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Elastam

Origine: sintetica

Base chimica: macromolecole lineari contenenti almeno l'85% in massa di poliuretani segmentati.

Cenni storici: elastam, elastane o Spandex negli Stati Uniti sono i diversi nomi generici di questa fibra, spesso più conosciuta dalla consumatrice attraverso i marchi commerciali. Lo studio sul poliuretano inizia nel 1937, in Europa, nei laboratori di ricerca della Bayer; a opera di Otto Bayer. Nel 1939 Paul Schlack ottiene un polimero a alto peso molecolare che permette di ottenere fibre caratterizzate da forti allungamenti e proprietà elastiche. Nel 1951, W. Brenschede attraverso un processo chiamato "Wet Spinning" (filatura a umido) ottiene la fibra Vulkollan. Sull'altra sponda dell'Oceano, nel 1958, viene messo a punto nei laboratori della DuPont a Wilmington il processo Dry Spinning (filatura a secco): a scoprirlo sono M.D Snyder e J.C. Shivers. La prima fibra elastomerica viene brevettata nel 1959 con il nome Lycra, la commercializzazione inizia nel 1962. In un primo tempo, e' utilizzata nelle calze medicali, anche perché la lavorazione consente di ottenere solo titoli molto alti. Ciononostante, le potenzialità degli elastomeri sono fin dall'inizio molto chiare ai più lungimiranti creatori di moda: nel 1964 Emilio Pucci presenta un costume da bagno con Lycra. Sempre nel 1964 Bayer inizia la commercializzazione del suo marchio Dorlastan. In Giappone viene intanto messo a punto il nuovo processo Melt Spinning, in base al quale vengono prodotti gli elastomeri asiatici. Negli anni Settanta la ricerca si concentra in questo campo sulla possibilità di ottenere titoli più fini, ma e' nei primi anni Ottanta che gli elastomeri entrano prepotentemente sul mercato della calzetteria, donando a calze e collant una nuova vestibilità.

Titolo: da 8 a 1180 dtex.

Sezione: mono e multifilamenti circolari.

Lucentezza: lucido, semitrasparente, trasparente, opaca. La maggiore o minore lucentezza e' determinata dall'impiego di elastam nudo o ricoperto. Nel collant dipende anche dal tipo di filato che accompagna l'elastam.

Allungamento a rottura: superiore al 200%; di norma e tra il 400% e I'800%, secondo le tipologie.

Costruzione del filato: L'elastam può essere utilizzato nudo, ovvero senza lavorazioni precedenti Louis Vuitton Outlet Online Store oakley m frame 2.0 lenses oakleys prescription glasses cheap oakley sunglasses usa sunglasses oakley talon nike nike id crampon cheap radar oakley wholesale oakley dangerous sunglasses Wholesale nike air max 2012 grey womens all'immissione nella calza. Un semplice filo di elastam viene aggiunto (tramato) alla struttura della maglia creata dal filo principale, piatto o testurizzato. La percentuale di elastam e' minima e i prodotti standard. Altra tecnica di lavorazione e' l'immagliatura di elastam, nudo o ricoperto, all'interno del capo (lavorazione in vanisè), formando anch'esso una maglia. Generalmente, e' usato a ranghi alterni, cioè una fila di maglia si e una no. Infine, il filo ricoperto può essere utilizzato in tutti i ranghi, ovvero in tutte le file della maglia, per una elasticità tridimensionale. Oltreché nudo, pero, l'elastam e' impiegato ricoperto. La ricopertura consiste nell'avvolgere l'elastam con il filo principale che compone la calza nylon o altro; in altre parole, l'elastam diviene l'anima del filato. La ricopertura può avvenire attraverso quattro processi. Monoricopertura: il nylon o altra fibra e' avvolto a spirale attorno all'elastam una sola volta e con una media di 1200-2200 spire/metro; più elevato e' il numero di spire, maggiore e' la qualità. Doppia ricopertura: il filo di elastam e' avvolto da due capi di nylon o altra fibra, uno in senso orario, l'altro in senso antiorario. II numero di spire e' in media di 2400 spire/metro, ma arriva fino a 3000 al metro nei filati di altissima qualità. E' utilizzato nei filati destinati alla produzione di collant velati di alta qualità. Ricopertura ad aria: l'elastam in tensione e il nylon testurizzato vengono passati insieme attraverso un getto d'aria, interlacciando così il nylon a intervalli all'anima di elastam. Core-spun: nel corso del processo di filatura l'elastam e' ricoperto da un insieme di fibre discontinue. Il filo elastomerico nudo e' utilizzato nei prodotti standard. Elastam nudo, ma immagliato con la lavorazione vanisè e' usato nei prodotti standard, nei collant velatissimi o estivi: l'elasticità e' si ridotta, ma permette la realizzazione di collant velatissimi. L'elastam ricoperto si rivolge alle fasce di mercato media e alta: infatti, tanto più protetto e' l'elastam tanto più duraturo e costoso e' il collant; inoltre il capo risulta anche molto morbido al tatto.

Caratteristiche: non esiste un collant in 100% elastan, il filo elastomerico viene sempre aggiunto in percentuali non elevate a un'altra fibra - nylon, cotone, lana, seta, mischie - che costituisce la base del collant. La sua caratteristica essenziale e' l'elevata elasticità e la forza di rientro, che mantiene inalterate nel tempo. In altre parole, il filo elastomerico può allungarsi fino a otto volte la sua lunghezza iniziale e ritornare istantaneamente alla condizione iniziale non appena la tensione viene allentata. Vestibilità e comfort sono le prime e più apprezzate conseguenze di questa proprietà. I collant con elastomero sono aderenti alle gambe, pur lasciando una assoluta libertà di movimento. Rende più duraturo il collant perché questo ha maggiore vestibilità: il tessuto non e' mai troppo teso o poco teso, le due cause maggiori di rottura. In ogni caso, l'elastam e' più resistente della gomma naturale, una qualità che trasferisce al capo finito. Non richiede particolari attenzioni nel lavaggio. A queste caratteristiche di base, i produttori ne hanno aggiunte altre quali la resistenza al cloro, ai fumi, inquinamento, agenti chimici e ossidanti, muffe e batteri.

Marchi commerciali: Lycra di DuPont, Dorlastan di Bayer sono gli elastomeri più utilizzati. In Italia viene prodotto Linel di Fillattice.

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